Dipartimento di Lettere e Filosofia

Conferenza / Incontro
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Canova_Amore e Psiche
L’Interazione fra Amore e Memoria nell’opera di Dante, dalla Vita Nuova al Paradiso
18 Marzo 2025, ore 16:00
Aula 006
Ingresso libero
Destinatari: Tutti/e
Scadenza prenotazioni:
Referente: Irene Zavattero - irene.zavattero@unitn.it
Contatti:
Staff del Dipartimento di Lettere e Filosofia
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Canova_Amore e Psiche
Speaker: Eleonora Buonocore (University of Calgary)

Nel Medioevo amore e memoria occupano uno spazio contiguo, letteralmente condividono un domicilio: il cuore, che è allo stesso tempo locus in cui vive l’amore e sede della memoria di questo amore, come si evince dall’etimologia del verbo ricordare, che contiene in sé la radice latina “cor- cordis.”

Partendo da questo presupposto, questo intervento ripercorre vari luoghi nell’opera di Dante che ci permettono di gettare luce sul rapporto fra memoria e amore, e di come la retorica e la teoria della conoscenza facciano parte integrante di questa interazione. L’intento è di mostrare come la memoria e l’amore svolgano molteplici funzioni all'interno del sistema conoscitivo proposto da Dante. La memoria e l’amore in Dante rappresentano il punto di congiunzione fra retorica, poesia e filosofia, e quindi permettono al poeta di parlare su più livelli, di dilettare ed istruire allo stesso tempo. Il modo in cui Dante concepisce sia la memoria che l’amore non resta comunque statico, ma si evolve durante il corso dell'intera produzione letteraria del poeta fiorentino, fino ad arrivare alla Commedia, e specialmente al Paradiso.

Inizieremo commentando il testo che si presenta come il racconto della memoria di un amore per eccellenza, la Vita Nuova, per poi andare ad affrontare passi significativi del Convivio, il prosimetron in cui Dante offre un commentario filosofico alle sue poesie d’amore. Per quanto riguarda la Divina Commedia il nostro excursus parte da un’analisi del discorso retorico di Francesca da Rimini, che soffre per il dolore della memoria e confonde amore e lussuria nel tentativo di spostare da se stessa la responsabilità del proprio peccato, passando per i canti del Purgatorio in cui Dante rielabora la propria poesia d’amore come poesia divina, Purg. XXIV e XXVI (negli incontri con Bonagiunta da Lucca e Guido Guinizzelli), e si conclude con un breve accenno a come memoria e oblio si debbano fondere in Par. XXXIII, il testo in cui la memoria dell'autore "cede a tanto oltraggio," davanti all'impossibilità di raccontare l'esperienza dell'excessus mentis, dove il poeta incontra “l’amor che move il sole e l’altre stelle.”