Homecoming at last: a cosmological re-reading of the Oresteia’s finale
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Eschilo (circa 525-456 a.C.) è spesso chiamato il “padre della tragedia”. Uno dei primi tragici ateniesi, ha ampliato le possibilità del teatro introducendo un secondo attore, approfondendo il conflitto drammatico e dando al coro un ruolo interpretativo importante. Le sue opere parlano di giustizia, ordine divino, responsabilità umana e delle fragili strutture che tengono insieme le società. La sua unica trilogia sopravvissuta, l'Orestea (Agamennone, Le Coefore e Le Eumenidi), segue la stirpe degli Atrei attraverso un ciclo di omicidi, vendette e resa dei conti morale. Inizia con il ritorno di Agamennone da Troia e termina con l'istituzione di una nuova corte ateniese, segnando il passaggio dalla vendetta di sangue alla giustizia civile. In tutta la trilogia, Eschilo intreccia mito, teologia e politica per mostrare come un mondo distrutto possa muoversi, dolorosamente, verso l'ordine, l'equilibrio e lo Stato di diritto.
Questa conferenza analizza le Erinni, un tempo temibili, che emergono come agenti fondamentali dell'equilibrio piuttosto che della sola vendetta, e rivela come la loro trasformazione incarni la visione di Eschilo di un ordine cosmico rinnovato, che riconcilia giustizia, parentela e armonia divina alla fine della trilogia.