Nel 1938 Carl Schmitt pubblica il suo libro sul Leviatano di Hobbes.
È un libro complesso ed enigmatico in cui si intrecciano temi diversi legati, da un lato, alla ricezione del pensiero di Hobbes, dall’altro, alla vicenda dello Stato totalitario nel Novecento. Hobbes è un precursore del totalitarismo o al contrario è alla base dell’individualismo moderno? Perché la sua creazione, lo Stato moderno, è entrato in crisi e si avverte la necessità di un suo superamento nello Stato totale? Quale è il rapporto tra l’interiorità umana, l’ineliminabile libertà del pensiero e la realizzazione di una efficiente macchina statale? Nella definizione di questo rapporto quale è il contributo delle tradizioni cristiane e della tradizione ebraica?
Nelle pagine di questo testo si avverte l’intenso confronto di Schmitt con i teorici nazionalsocialisti, ma anche con filosofi politici come Leo Strauss e giuristi come Hugo Sinzheimer che aveva vigorosamente difeso – contro le infamanti accusi di Schmitt del 1936 – il fondamentale apporto dei giuristi ebrei alla dottrina tedesca dello Stato.
Dagli stimoli di questo testo complesso sono nate importanti opere storiografiche come gli studi di Roman Schnur, Reinhard Koselleck, Ernst-Wolgang Böckenförde.
Il seminario si propone di offrire, in una prospettiva interdisciplinare, nuove chiavi di lettura del testo schmittiano e degli interrogativi da esso sollevati.