
Zeus e Prometeo. Ripensare Eschilo nel Rinascimento:
dialoghi, messinscene e drammaturgie II

I due seminari indagano la fortuna di Eschilo e del Prometeo incatenato nel Rinascimento. Attraverso traduzioni, commenti ed edizioni rinascimentali, emerge una rete di interpretazioni che spaziano dalla lettura cristologica di Prometeo come prefigurazione di Cristo a quella critica che lo lega alla superbia umana e alla caduta da Dio. L’approccio si fonda sul concetto di “contaminazione” (Derrida), che valorizza i nodi, le interruzioni e i legami trasversali fra testi, immagini e performance. La mappatura dei traduttori e commentatori mostra ‘clusters' geografici e culturali – da Basilea a Wittenberg, da Siena a Napoli – in cui il mito è riattualizzato con fini teologici, politici ed etico-morali. L’obiettivo è proporre una visione non lineare della ricezione, in cui le connessioni “contaminate” generano nuove possibilità interpretative e ridefiniscono la tradizione come spazio dinamico di scambi